Bohème

LA POVERTÀ MI È LIETA

Lo spettacolo dislocato

BOHÈME – la povertà mi è lieta

produzione Collinarea Festival del Suono 2024

prima nazionale

spettacolo ubiquo realizzato grazie all’infrastruttura Connessioni©

Un viaggio tra lirica, musica pop sperimentale, teatro, video, suono.

Bohème – la povertà mi è lieta, è l’ultimo atto della trilogia dedicata a Puccini – dopo Atroce Favola (Madama Butterfly) messa in scena nel luglio 2022 e Turandot – ombra della luce, messa in scena nel luglio 2023 – nell’anno delle celebrazioni del centenario della morte del grande Maestro.

Bohème è per noi uno spunto autobiografico. Quegli anni rappresentati a Parigi sono molto somiglianti agli anni vissuti dai nostri predecessori a Napoli, o nei tanti luoghi di quell’Italia che si precipitava nella guerra, dove molti artisti continuarono il mestiere; e soprattutto dopo la guerra, quando nascevano le compagnie di giro, delle vere e proprie comuni viaggianti che riuscivano a campare grazie ad espedienti di ogni tipo, ma sempre spinti orgogliosamente dal “mestiere”, dei veri bohèmien.

La povertà mi è lieta

In questa trasposizione contemporanea, La Bohème si tiene nel luogo di residenza di Dolores, un’anziana attrice che ha rivestito da giovane, nel 1954, il ruolo di Mimì, personaggio da lei particolarmente amato. Dolores non può muoversi ma può ascoltare e vedere dalla sua abitazione. Per l’occasione, arriva la compagnia teatrale storica. L’opera riunisce dunque il gruppo di artisti e compagni che visse quell’epoca fortunata, fatta di sacrifici, viaggi, amori, incontri, tanto teatro, miseria e nobiltà… attraversando insieme buona parte del ‘900.

Nella casa museo di Dolores, La Bohème spalanca la finestra sui ricordi degli anziani artisti, dei tempi in cui anche loro interpretarono l’opera di Puccini in prosa, insieme alle tante rivisitazioni di celebri autori, in mezzo alla messa in scena di una vita fatta di acrobazie…

Lo spettacolo segue dunque una linea realistica, intrecciata con quella surreale attraverso il tema del ricordo, frammenti di vita e d’arte di quel tempo.

Come in occasione sia di Atroce Favola che di Turandot, l’opera vive la commistione tra le arti che ed è stata dislocata in quattro location:

  • La piazza Matteotti è il luogo del ricordo e il vecchio magazzino, con i sei interpreti giovani, la band e il “coro cittadino”.
  • Il Giardino del Comune è la casa di un passato più vicino, con i sei attori anziani, l’orchestra di 35 elementi e i cantanti della sezione lirica. 
  • Il Teatro Comunale, come centro di regia video/luci.
  • Lo studio SAM, centro del missaggio e della registrazione del suono.

Le prime due location ospitano ciascuna il proprio pubblico e gli spettatori assistono all’opera completa da punti di vista diversi.

Lo spettacolo sfrutta la tecnologia della fibra ottica, traducendo l’esperienza in suono e immagini che si affiancano e accompagnano la componente viva della scena, interpretata da attori, cantanti e musicisti, in tutto 50 artisti coinvolti, oltre all’orchestra.

È dunque uno spettacolo live che si muove tra il reale e il virtuale, pilotato da due grandi regie professionali da dove sono guidate in remoto tutte le sezioni tecniche (video, luci e suono). Ogni location ha un sistema audio immersivo, proiezione di alta qualità in video architetturale.

Per la prima volta nella storia dello spettacolo dal vivo, assistiamo ad una rappresentazione dislocata in un borgo medievale, appositamente cablato a servizio della messa in scena. Un unico grande spettacolo che vive tra due palcoscenici a cielo aperto. Inoltre, grazie a Connessioni©, abbiamo una tecnologia che permette di collegarsi alla regia centrale e ricevere immagini e suono immersivo broadcast pronto per l’emissione web, radio e tv.

scritto e diretto da Loris Seghizzi

con Iris Barone, Walter Barone, Spencer Barone, Eros Carpita, Alice Giulia di Tullio, Luca Bicchielli, Sabino Civilleri, Alice Bosio, Gaia Picchi, Sergio Masiero, Filippo Brancato, Nicola Finozzi, Alessandro Lazzari

Bohèmien band con Giacomo Macelloni (batteria), Giovanni Bracci (chitarre), Luca Ciarfella (chitarre), Fabio Di Tanno (basso e contrabbasso), Lorenzo Raffaele (piano e tastiere), Elisa Arcamone (voce), Francesco Oliviero (voce)

Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno diretta da Stefano Cencetti

progetto tecnico di Gabriele Guidi

progetto sonoro di Mirco Mencacci

progetto luci di Michele Fiaschi

progetto video di Boris Pimenov

assistenti di produzione Giuliana D’Alessandro e Edoardo Mancini Baldacci

impianto video a cura di C3 srl

costumi ideati da Eros Carpita e Silvia Salvaggio e realizzati da Manifatture Digitali